Malta: Cattedrale di San Giovanni – La Valletta

Con grande orgoglio 4ward360 vi racconta la bellissima esperienza vissuta a La Valletta (Malta) per contribuire attivamente alla Protezione per la Conservazione della prestigiosissima pavimentazione e non solo…..

Grazie al Dott. Ray Bondin che ha lanciato sos per la pavimentazione in pericolo all’interno della Cattedrale di La Valletta.

La Cattedrale di Malta a La Valletta si chiama Cattedrale di San Giovanni. Da fuori pare non sia niente di che, ma fidatevi, è solo entrando che scoprirete il vero gioiellino che si trova all’interno. Una meraviglia di chiesa che è stata iniziata nel 1571 e ci sono voluti solo 6 anni per finirne l’esterno, ad opera di Gerolamo Cassar. Lo stile originale della Chiesa è quello rinascimentale. Nonostante tutto, chi lavorò di più all’interno di questa chiesa, fu un siciliano, un italiano di nome Mattia Preti, che lavorò per l’Ordine dei Cavalieri di Malta dai suoi 30 agli 80 anni, praticamente una vita intera.

L’Ordine dei Cavalieri di Malta fu fondato da italiani in primis, ma poi nobili da tutta Europa vollero farne parte e questa chiesa ne è la testimonianza. In ogni cappella infatti si trova una lingua dell’ordine e uno stemma diverso, inoltre i Gran Maestri che qui sono sepolti, si trovano nelle cappelle delle nazioni da cui provengono. Prima di arrivare a Malta i cavalieri si trovavano a Rodi, dove rimasero fino al 1523. Dopo di che furono costretti a lasciare Rodi e per sette anni girarono l’Europa in cerca di una nuova casa. Carlo v negli anni ’30 del 1500, offre a loro l’Isola si Malta. Il tributo annuale di vassallaggio per l’isola di Malta era un singolo falcone maltese, che essi dovevano dare nel giorno del primo novembre. I Cavalieri accettarono con l’idea che poi sarebbero tornati a Rodi, tanto che non costruirono niente sull’isola per i primi 45 anni.

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Nanotecnologia, la conferma arriva da CNR.

FOCUS

Nanotecnologie per la conservazione dei beni culturali

L’applicazione delle nano-scienze e nanotecnologie e la predisposizione di nuovi materiali nano-strutturati o mono-funzionali e dispositivi molecolari, supra-molecolari o nanometrici per la diagnostica, la conservazione, il monitoraggio e la manutenzione del patrimonio culturale a diversa tipologia materia (dipinti su tela/tavola, dipinti murali, vetri, ceramica, materiale lapideo, etc.) sono stati oggetto di un intenso studio scientifico da parte del gruppo operante all’interno dell’istituto, grazie ad un’azienda, raggiungendo indubbi e qualificanti risultati scientifici nei seguenti settori:
– caratterizzazione dei materiali costitutivi e della loro provenienza per manufatti quali mosaici, vetri, ceramiche, dipinti, metalli, lapidei, superfici dell’edilizia storica, moderna e contemporanea, mediante la messa a punto di metodologie di microscopia elettronica SEM-TEM, diffrattometria elettronica (EBSD) e spettroscopiche (IR,NMR, Raman) per la caratterizzazione di nanoparticelle responsabili delle diverse proprietà (ottiche, meccaniche, termiche delle matrici studiate), e delle tecniche di esecuzione
– valutazione dello stato di conservazione dei manufatti e dell’efficienza dei trattamenti conservativi, con particolare riferimento ai meccanismi di degrado, sviluppando nel contempo procedure di monitoraggio e manutenzione preventiva
– sintesi e sperimentazione di prodotti innovativi per la conservazione. In particolare sono stati testati con successo alcolati a diversa nuclearità e loro trasformazione nel substrato e geopolimeri a diversa composizione.
– sviluppo di trattamenti conservativi – metodi di pulitura, consolidamento e trattamenti di superfici finalizzati – con particolare attenzione all’uso di sostanze e/o metodologie a basso impatto ambientale, ad esempio pulitura con nanocontainers in solvente acquoso, criosabbiatura.
-Direzione della rivista internazionale Journal Cultural Heritage, intesa come punto di riferimento per la elaborazione e la condivisione delle metodologie e tecnologie innovative per i Beni Culturali.

Il Legno come non lo avete mai visto

Le nostre formulazioni creano una protezione invisibile in scala nanometrica che agisce respingendo i contaminanti esterni (pioggia, sporco, oli, grassi) impedendo loro di entrare in contatto con la superficie preservandole e conservandole nel tempo, 4ward360 è stata scelta per il trattamento del relitto di Marausa.

4ward360 – Eccellenza nel settore Nanotecnologico.

Trattamento con Nanotecnologia

Grazie alle loro eccellenti proprietà idro e olio repellenti, le nostre formulazioni creano una protezione invisibile in scala nanometrica che agisce respingendo i contaminanti esterni (pioggia, sporco, oli, grassi) impedendo loro di entrare in contatto con la superficie.

Il legno è un materiale che vive anche dopo il taglio, quindi la sua bellezza e la sua durata sono strettamente legate alle condizioni ambientali: si gonfia con l’umidità e il calore, mentre in inverno, ritirandosi produce delle crepe.

Situazioni avverse possono inoltre favorire l’attacco di funghi, muffe o insetti e portare ad un deterioramento che compromette non solo l’aspetto estetico ma le stesse funzionalità del legno.

Vi sono funghi ad esempio, che si limitano solo a macchiare il legno mentre altri che esercitano una vera e propria azione distruttiva della parete cellulare.

Vantaggi del trattamento dei Rivestimenti Minerali

  • Resistenza alle variazioni termiche (-35°C + 450°C)
  • Impedisce la formazione del ghiaccio all’interno del microporo
  • non modificano l’aspetto e le caratteristiche del legno
  • sono resistenti alle alte temperature, alla pulizia a vapore, ai contaminanti
  • sono stabili ai raggi UV.
  • eccellenti proprietà idro e oleo repellenti
  • prevengono i problemi legati all’umidità e all’insorgenza di infestazioni quali muschi, funghi.
  • prevengono i danni legati ai raggi UV
  • applicazione semplice e tempo di asciugatura rapido
  • lunga durata nel tempo

L’attacco da parte dei funghi avviene in presenza di un legno ad alto tasso di umidità (in genere tra il 20% e il 30%).
Al mondo esistono diversi tipi di legno, ognuno con una caratteristiche diverse le une dalle altre (per compattezza, peso specifico, comportamento nel tempo o nelle diverse condizioni climatiche) e anche la velocità del degrado è differente per le diverse specie legnose, ma l’elemento comune al processo di degrado anche per il legno è l’acqua che attua i meccanismi di decadimento del materiale (fessurazioni e spaccature).

Il nostro formulato nanotecnologico legno, eliminandone le principali cause di degrado (acqua, umidità) protegge i legni senza alterare le caratteristiche del manufatto, né l’aspetto o la traspirabilità.

Grazie alle loro eccellenti proprietà idro e olio repellenti, le nostre formulazioni creano una protezione invisibile in scala nanometrica che agisce respingendo i contaminanti esterni (pioggia, sporco, oli, grassi) impedendo loro di entrare in contatto con la superficie.

4ward360 a Palazzo Marino – Milano

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Navigli

L’assessore Lipparini incontra 4ward360

“Vogliamo rilanciare la candidatura a patrimonio dell’Umanità delle ricchezze materiali e immateriali che a Milano e in Lombardia ruotano intorno alla civiltà dell’acqua”

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Milano, 16 novembre 2018 – Rilanciare la candidatura della civiltà delle acque lombarde e milanesi, con il sistema dei Navigli e delle rogge e le infrastrutture irrigue e idroelettriche come patrimonio dell’UNESCO. Questo uno dei temi discussi nell’incontro tenutosi a Palazzo Marino tra Lorenzo Lipparini, assessore alla Partecipazione, cittadinanza attiva e Open data e Ray Bondin, ambasciatore UNESCO Delegato Permanente di Malta con i rappresentanti dei consorzi di bonifica che gestiscono le acque lombarde.

All’incontro hanno preso parte anche Marco Prusicki, componente del comitato scientifico sulla riapertura dei Navigli Milanesi, Avv. Sabrina Zuccalà amministratore di 4ward360, Simone Lunghi, istruttore della Canottieri San Cristoforo e autore della circumnavigazione di Milano sui navigli e i rappresentanti dell’associazione Riaprire i navigli, di Consorzio Villoresi e dell’Associazione regionale dei consorzi di gestione delle acque.

Nel corso dell’incontro l’assessore Lorenzo Lipparini ha illustrato all’ambasciatore Emeritus Unesco Dott. Ray Bondin il Progetto Navigli oggetto del recente dibattito pubblico e ha raccontato come l’acqua sia stato l’elemento della prosperità milanese attraverso i secoli, per il suo contributo all’agricoltura, ai trasporti, all’energia: “Ho incontrato una persona molto attenta e disponibile – ha dichiarato Lipparini – che ha compreso sin da subito l’importanza delle nostre infrastrutture idrauliche e del progetto di riapertura dei Navigli. Gli ho spiegato che si tratta di un’opera che guida la nostra visione di sviluppo futuro della città intervenendo sull’intero ecosistema urbano, migliorando la qualità della vita e dell’ambiente e favorendo la riscoperta delle nostre radici culturali. L’ambasciatore ha ascoltato con interesse la storia di Milano città d’acqua dalla grande vocazione agricola dei territori lombardi meravigliandosi per questo punto di vista così poco conosciuto e valorizzato. L’idea di una candidatura della civiltà delle acque lombarde e milanesi a patrimonio dell’umanità è piaciuta molto all’ambasciatore, che ha fornito utili suggerimenti su come procedere. È stato un incontro molto interessante, che ci dà l’occasione di lavorare sempre più in sinergia con le istituzioni locali e quelle internazionali su grandi obiettivi di sviluppo e promozione del nostro territorio”.

 

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