Il mondo della pietra è sempre stato affascinante e ricco di storia. Dall’età della pietra dove si creava tutto con essa, alle piramidi egizie ed azteche, ai templi, alle massicciate romane. Così marmi, graniti e tufo prendevano vita per trasformarsi nell’enorme patrimonio culturale che rende unico il nostro Paese.
Negli ultimi anni, i processi di degrado di questo immenso patrimonio hanno subito una violenta accelerazione a causa dei crescenti fenomeni di inquinamento. Paradossalmente si è evidenziato un decadimento più rovinoso negli ultimi 50 anni che nei secoli precedenti. Opere che per millenni sono rimaste inalterate mostrano oggi importanti segni di deterioramento. Trovare delle soluzioni efficaci per difendere questi preziosi beni dal degrado ambientale, dall’aggressione degli agenti atmosferici, dalle piogge acide, dai muschi e dallo sporco, è quindi una necessità.
Negli ultimi decenni, per conferire protezione e consolidare, venivano impiegati dei polimeri, principalmente resine acriliche e viniliche, che
– contrariamente alle aspettative – hanno causato un ulteriore degrado delle opere d’arte.
I principali fattori di degrado di origine naturale sono costituiti dall’acqua, dalle variazioni di temperatura, dalle radiazioni elettromagnetiche e dai gas atmosferici:
Acqua – può contribuire a processi di degrado, sia allo stato di liquido che a quello di solido o di vapore.
Oseillazioni termiche – l’aumento delle dimensioni che tutti i materiali subiscono quando vengono riscaldati (dilatazione termica) o ghiacciati. Gas atmosferici – l’ossigeno, in presenza di adatte sinergie quali radiazioni visibili e ultraviolette, acqua, catalizzatori (ad esempio ossidi metallici), causa fenomeni di ossidazione dei materiali organici.
L’attività dell’uomo spesso determina negativamente le condizioni per lo sviluppo dei processi di deterioramento, anzi ne è uno dei fattori più importanti
Il mondo della pietra è sempre stato affascinante e ricco di storia. Dall’età della pietra dove si creava tutto con essa, alle piramidi egizie ed azteche, ai templi, alle massicciate romane. Così marmi, graniti e tufo prendevano vita per trasformarsi nell’enorme patrimonio culturale che rende unico il nostro Paese.
Negli ultimi anni, i processi di degrado di questo immenso patrimonio hanno subito una violenta accelerazione a causa dei crescenti fenomeni di inquinamento. Paradossalmente si è evidenziato un decadimento più rovinoso negli ultimi 50 anni che nei secoli precedenti. Opere che per millenni sono rimaste inalterate mostrano oggi importanti segni di deterioramento. Trovare delle soluzioni efficaci per difendere questi preziosi beni dal degrado ambientale, dall’aggressione degli agenti atmosferici, dalle piogge acide, dai muschi e dallo sporco, è quindi una necessità.
Negli ultimi decenni, per conferire protezione e consolidare, venivano impiegati dei polimeri, principalmente resine acriliche e viniliche, che
– contrariamente alle aspettative – hanno causato un ulteriore degrado delle opere d’arte.
I principali fattori di degrado di origine naturale sono costituiti dall’acqua, dalle variazioni di temperatura, dalle radiazioni elettromagnetiche e dai gas atmosferici:
Acqua – può contribuire a processi di degrado, sia allo stato di liquido che a quello di solido o di vapore.
Oseillazioni termiche – l’aumento delle dimensioni che tutti i materiali subiscono quando vengono riscaldati (dilatazione termica) o ghiacciati. Gas atmosferici – l’ossigeno, in presenza di adatte sinergie quali radiazioni visibili e ultraviolette, acqua, catalizzatori (ad esempio ossidi metallici), causa fenomeni di ossidazione dei materiali organici.
L’attività dell’uomo spesso determina negativamente le condizioni per lo sviluppo dei processi di deterioramento, anzi ne è uno dei fattori più importanti.